Rachele da Tivoli – lavori di due partite iva in una sola fattura
Sto pensando di aprire una partita iva in regime forfettario con codice ateco 74.10.29. Considerando che collaborerò spesso con altri professionisti che operano nello stesso regime, mi chiedo se sia possibile emettere un’unica fattura per lavori svolti da due partite iva (ad esempio, io e un collaboratore). Inoltre, vorrei capire come dividere il compenso con il collaboratore. Mi chiedo anche se sarebbe consigliabile aprire un conto bancario dedicato per separare le entrate e le spese lavorative da quelle personali.
Ciao Rachele e grazie per la tua domanda si possono unire i lavori di due partite iva in una sola fattura. Non è possibile inserire due nominativi con relative partite iva in un’unica fattura verso il cliente finale. La normativa richiede che la fattura sia sempre emessa da un unico soggetto, altrimenti si configurerebbe come attività di una società e non di partite iva individuali.
Quando si collabora con altri professionisti, soprattutto se tutti operano in regime forfettario, è necessario emettere tante fatture quanti sono i professionisti coinvolti nel lavoro. Questo approccio non solo rispetta le regole fiscali, ma evita anche di generare un maggiore impatto fiscale per uno dei professionisti coinvolti.
Capisco che potrebbe risultare poco pratico dal punto di vista del cliente, che potrebbe preferire ricevere un’unica fattura. Tuttavia, nel caso specifico del regime forfettario, emettere più fatture è essenziale per evitare il pagamento di imposte su importi non effettivamente guadagnati.
Facciamo un esempio pratico:
Se A e B, entrambi in regime forfettario, collaborano su un progetto per il cliente C del valore di 3.000 euro (1.500 euro a testa), e A emette una fattura unica di 3.000 euro a C, successivamente B dovrebbe fatturare 1.000 euro ad A. In questo scenario:
- A pagherebbe imposte e contributi su 3.000 euro (ridotti dal coefficiente di redditività del suo codice ateco)
- B pagherebbe imposte e contributi sui suoi 1.000 euro
Tuttavia, A non potrebbe dedurre il costo di 1.000 euro pagati a B, generando un totale imponibile complessivo di 4.000 euro invece di 3.000. Questo si tradurrebbe in un aggravio fiscale complessivo. Per evitare ciò, ogni professionista dovrebbe emettere una fattura diretta al cliente finale per la propria quota di competenza.
Infine, riguardo al conto corrente, non è obbligatorio aprirne uno dedicato per la partita iva, ma è altamente consigliato. Utilizzare un conto separato per gestire incassi e spese dell’attività permette di mantenere una contabilità chiara e ordinata, semplificando anche eventuali controlli fiscali. Se decidi di aprirlo, assicurati che sia fatto dopo l’attivazione della partita iva.
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