Franca da Napoli – ritenuta d’acconto e partita iva in forfettario
Ho ricevuto compensi con ritenuta d’acconto prima di aprire la partita iva in regime forfettario. Come vanno gestiti questi importi in dichiarazione? È corretto che sotto i 5000€ non si pagano tasse?
Ciao Franca e grazie per la tua domanda come gestire ritenuta d’acconto con partita iva in regime forfettario. Per dichiarare i redditi da lavoro autonomo occasionale, è necessario inserirli nel quadro RL (Altri Redditi) della dichiarazione dei redditi. Dovrai fornire al tuo consulente fiscale la Certificazione Unica ricevuta dai committenti, che indica sia i compensi percepiti sia le ritenute d’acconto applicate.
Questi redditi sono soggetti all’Irpef e non seguono le regole del regime forfettario che si applica alla tua attività con partita iva.
Fino a 5.000 euro di ricavi, sei tenuto a versare solo l’Irpef. Se superi questa soglia, oltre all’Irpef potrebbe essere necessario pagare anche i contributi previdenziali.
Di solito, se i compensi da prestazioni occasionali rimangono sotto i 5.000 euro e non hai altri redditi tassabili con l’Irpef, le ritenute d’acconto (20%) già versate dai committenti, insieme alla detrazione per lavoro autonomo calcolata in fase di dichiarazione, risultano sufficienti. In questi casi, non è richiesto alcun ulteriore pagamento di Irpef.
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Se anche tu, come Franca vuoi domandarci come gestire ritenuta d’acconto con partita iva in regime forfettario o hai un’altra domanda da sottoporci, scrivi e vedremo di risponderti su queste pagine appena possibile.
Il Regime Forfettario conviene?
Il Regime Forfettario conviene e ti permette di risparmiare su imposte e contributi previdenziali. Al posto dell’IRPEF, è prevista un imposta sostitutiva con una aliquota del 15% e se possiedi i requisiti richiesti dalla legge può addirittura ridursi al 5% per un periodo di cinque anni! Se vuoi approfondire leggi la nostra guida al regime forfettario e richiedi una consulenza gratuita e senza impegno con il form in fondo alla pagina.
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