Hai una partita Iva in regime forfettario o stai pensando di aprirne una? Vuoi sapere cosa puoi scaricare se lo applichi? In questa guida ti spieghiamo in parole semplici cosa scaricare in regime forfettario.
Innanzitutto, è importante sapere che il regime forfettario è pensato per i contribuenti con partita IVA individuale che rispettano determinati limiti di fatturato. Si caratterizza per un sistema semplificato di determinazione del reddito imponibile, che esclude la possibilità di dedurre analiticamente costi e spese. Questo aspetto genera spesso dubbi quindi vediamo insieme cosa si può effettivamente scaricare nel forfettario.
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Nessuna deduzione analitica delle spese
Nel regime forfettario, il reddito imponibile non si calcola come differenza tra ricavi e costi, ma si ottiene applicando un coefficiente di redditività al totale dei compensi percepiti nell’anno. Il coefficiente varia in base al codice ATECO dell’attività e rappresenta una percentuale forfettaria di reddito, già al netto di una quota presunta di spese.
Facciamo un esempio: un consulente con codice ATECO rientrante nel coefficiente del 78% che incassa 20.000 euro in un anno, dichiarerà un reddito imponibile di 15.600 euro (20.000 x 78%), su cui verranno calcolate imposta sostitutiva (15%) e contributi INPS.
Questo meccanismo esclude la possibilità di dedurre costi reali, anche se documentati, come:
- spese per carburante, vitto e alloggio;
- abbonamenti a software professionali;
- canoni di locazione;
- formazione e aggiornamento;
- pubblicità e marketing;
- acquisto di beni strumentali (salvo eccezioni contributive, vedi sotto).
Quali spese si possono scaricare nel forfettario
Sebbene non siano deducibili in senso tecnico, ci sono alcune voci che possono essere portate in riduzione dell’imponibile o utilizzate per ottenere vantaggi fiscali indiretti:
Contributi previdenziali
I contributi obbligatori INPS (come quelli versati alla Gestione Separata o alla Gestione Artigiani e Commercianti) sono interamente deducibili dal reddito imponibile determinato forfettariamente. La deduzione è automatica nel calcolo dell’imposta sostitutiva.
Detrazioni nella dichiarazione dei redditi
Il contribuente in regime forfettario, pur non potendo dedurre i costi dal reddito d’impresa, può usufruire delle detrazioni IRPEF previste per:
- spese sanitarie superiori alla franchigia di 129,11 euro
- interessi passivi su mutui prima casa
- premi assicurativi vita/infortuni
- spese universitarie e scolastiche dei figli
- spese per attività sportive dei figli a carico
- spese veterinarie, funebri e altre previste dall’art. 15 del TUIR
Tali spese vanno indicate nel modello 730 o Redditi PF e non incidono sul reddito forfettario, ma permettono di abbattere l’IRPEF eventualmente dovuta su altri redditi (come lavoro dipendente, affitti, rendite finanziarie ecc.).
Acquisti e investimenti: attenzione ai limiti
Nel regime forfettario non è possibile ammortizzare beni strumentali o dedurre canoni di leasing. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate può richiedere giustificazioni in caso di acquisti di beni o servizi non coerenti con il volume d’affari dichiarato. Questo vale soprattutto per:
- automezzi di valore rilevante;
- beni strumentali acquistati all’estero;
- operazioni con soggetti collegati.
Resta invece obbligatorio conservare le fatture per finalità civilistiche e in caso di verifica.
Conclusioni
Nel regime forfettario non è previsto un sistema di deduzione analitica dei costi, in quanto il reddito è determinato in modo forfettario con l’applicazione di un coefficiente di redditività. Tuttavia, è possibile beneficiare di alcune deduzioni specifiche (come i contributi previdenziali) e di detrazioni IRPEF su spese personali nella dichiarazione dei redditi.
Per evitare errori, è importante avere chiaro cosa è ammesso e cosa no, sia in termini fiscali che contributivi. Se operi o stai per aprire una partita IVA in forfettario, rivolgiti a un professionista per verificare le tue condizioni, massimizzare il risparmio fiscale e gestire correttamente la tua posizione.
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