Abbiamo ricevuto una domanda di Carmela da Reggio Calabria che ci chiede informazioni su come lavorare da casa con prestazione occasionale.
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Indice dei contenuti
Lavorare da casa con prestazione occasionale
“Salve mi presento, sono Carmela da Reggio Calabria e da alcuni giorni un’azienda del mio paese mi sta chiedendo un aiuto per la tenuta dei documenti amministrativi.
Il lavoro dovrebbe essere svolta in circa 10 giorni lavorativi da casa mia e la soluzione più indicata mi sembra possa essere il lavoro occasionale con una mia ricevuta al momento che riscuoto il compenso.
Se non sbaglio i voucher sono stati aboliti e ad oggi, maggio 2019, non esiste una disciplina in sostituzione.
E’ corretto procedere a compensi trattati come prestazioni occasionali?”
Carmela – Reggio Calabria
La nostra risposta a Carmela
Buongiorno Carmela , ti ringraziamo per la domanda che ci hai posto su come lavorare da casa con prestazione occasionale.
Facciamo una premessa, prima di trattare l’argomento e risponderti.
Non è facile esprimere un parere definitivo oggi perché dopo l’abrogazione dei voucher, il nostro Parlamento non ha rivisto la disciplina relativa all’accessibilità ai lavori minori mediante lo strumento della prestazione occasionale.
Cosa intendiamo per lavoro occasionale?
Intendiamo le attività che vengono eseguite in modo saltuario e sporadico.
Anche se sarebbe necessario fare delle osservazioni di natura quantitativa, la vera natura del lavoro occasione è determinata soprattutto dalla sporadicità.
In pratica, non è semplice individuare quando un soggetto, svolgendo un’attività, questa possa essere considerata nell’ambito dell’occasionalità oppure in quello della abitualità dove sono presenti , professionalità, continuità e coordinazione.
Tra l’altro, questa distinzione, si è ulteriormente indebolita con i nuovi business legati al mondo on-line.
Facciamo degli esempi per capire meglio di cosa stiamo parlando.
Un dipendente, che dopo cena vende piccoli beni su ebay è un imprenditore commerciale oppure dobbiamo considerarlo un privato che vende occasionalmente?
E se invece aiuta una società di informatica con piccoli servizi di web master come dobbiamo considerarlo?
Un artigiano come lo è a tutti gli effetti il web master oppure un semplice privato che cede servizi?
Un tentativo di dare ordine a questa complicata materia era stata la disciplina riguardante le prestazioni occasionali.
E’ stata introdotta dalla Legge n. 30/2003 c.d. “Legge Biagi” ossia il D.Lgs. n. 276/2003 (così come modificato dall’articolo 24 del D.L. n. 201/2011 c.d. “Legge Fornero“).
Tale normativa aveva introdotto le prestazioni occasionali, che si caratterizzavano essenzialmente per:
- durata non superiore a 30 giorni con lo stesso committente in un anno;
- compenso non superiore a €. 5.000 da ogni committente.
Tale normativa, è stata abrogata a partire dal 25 giugno 2015, giorno di entrata in vigore del D.Lgs. 81/2015 c.d. Jobs Act.
Alla luce dell’abrogazione delle legge Biagi, l’unico appiglio legislativo è la disciplina civilistica ex articolo 2222 riguardante il contratto d’opera.
Per tale articolo, il lavoratore che effettua una prestazione occasionale è chi si obbliga a compiere, dietro corrispettivo, un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio senza vincolo di subordinazione, ne potere di coordinamento del committente ed in via del tutto occasionale.
Laddove si pensi comunque di rientrare nella tipologia del prestatore occasionale si sappia che sotto l’aspetto fiscale il reddito derivante da prestazioni occasionali rientra nella categoria dei “redditi diversi”.
I redditi da lavoro autonomo (anche quelli derivanti da attività occasionali), si determinano, con la differenza tra l’ammontare dei compensi percepiti nel periodo d’imposta e le spese specificamente inerenti alla loro produzione.
Altre considerazioni occorrono per i risvolti previdenziali.
L’articolo 44 del D.L. n. 269/2003, convertito dalla Legge n. 326/2003 disciplina che i soggetti esercenti attività di prestazione occasionale, se il reddito annuo derivante da detta attività è superiore a €. 5.000 sono obbligati all’iscrizione alla Gestione Separata INPS e al versamento di contributi previdenziali dovuti.
Il regime forfettario
Ti ricordiamo che in Italia, esiste un regime fiscale per le piccole attività che prevede molte semplificazioni e vantaggi permettendoti di risparmiare sulle imposte.
Stiamo parlando del regime forfettario, che sostanzialmente prevede una imposta sostitutiva al posto della tradizionale IRPEF.
Il valore dell’imposta sostitutiva, può essere del 5% per le start up nei primi cinque anni, oppure del 15% se non si possiedono determinati requisiti.
Visita la nostra pagina di supporto per trovare i link alle guide più importanti al regime forfettario.
Cordiali saluti
Lo Staff di regimeforfettario.it
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